Moser: "alla Ride Riccione è per divertirsi"

Romagna e cicloturismo, un binomio inscindibile. La Ride Riccione Week non è solamente un festival delle due ruote, incentrato sulla Granfondo, ma soprattutto un’occasione per conoscere le bellezze del territorio proprio grazie al mezzo più ecologico che ci sia e nell’epoca del “green”, del recupero del rapporto con la natura, come si fa a prescindere dalle due ruote, che siano la superleggera o la Mountain bike? Basta salire in sella, dotarsi di tutto il necessario e partire avventurandosi in una terra con una storia millenaria, ricca di tesori da scoprire man mano che ci si allontana dall’epicentro, Riccione in questo caso.

La Ride Riccione Week offre molte occasioni a chi vuole prendersi una settimana di pieno svago prescindendo dall’agonismo: randonnée, escursioni, promozione di luoghi per prenotare una vacanza anche più lunga, perché no proprio in bici, visto anche che il territorio, che da tanti anni ha investito su questo settore, permette di noleggiare a prezzi modici il “cavallo” con cui affrontare l’avventura. E’ tutto pronto, basta dar seguito alla fantasia…

Come riassumere in poche righe chi è Francesco Moser? Parliamo di una delle colonne del ciclismo d’ogni tempo, non solo in Italia. Un corridore che ha fatto la storia non solo con le sue vittorie, ma anche con il suo modo di essere e di mettersi in discussione, al punto da, quando ormai aveva superato da tempo i 3 anni, sperimentare nuove soluzioni tecniche (le indimenticabili ruote lenticolari, ad esempio) che nel 1984 l’hanno portato dapprima a battere per 2 volte il mitico Record dell’Ora di Eddy Merckx e poi, sull’onda dell’entusiasmo ma soprattutto della speciale preparazione sostenuta, andare a cogliere due traguardi sempre sfuggitigli in carriera, la Milano-Sanremo e il Giro d’Italia, conquistato all’ultima giornata a cronometro all’Arena di Verona superando il compianto francese Laurent Fignon.

Moser non ha mai appeso veramente la bici al chiodo: le due ruote sono compagne quotidiane della sua vita, divisa fra la sua azienda vitivinicola e quella di biciclette. Per questo è l’ideale testimonial della Ride Riccione Week, anche se viene dal Trentino, ma nel corso della sua vita ha imparato ad amare la Romagna spesso teatro delle sue imprese sportive prima e dei suoi viaggi turistici poi.

Chiedere a Francesco Moser del turismo in Romagna può sembrare strano, ma non è un caso se proprio il campione trentino sia stato scelto come testimonial per la Ride Riccione Week, perché il suo legame con la Romagna ha radici antiche.

«Ci sono stato tantissime volte, quando correvo c’era il Giro di Romagna, il Gran Premio di Castrocaro senza contare che il Giro quasi sempre passava per le sue strade. Ma i miei ricordi vanno anche più in là: quand’ero ancora dilettante, nel 71 vinsi la Ravenna-San Pellegrino, era una corsa a tappe dalle cui ceneri è nato il Giro d’Italia di categoria, si passava per Bagni di Romagna, Bellaria, ecc. Insomma, è sempre stata un po’ la mia casa».

Parlando di Moser si parla di Trentino, la regione per eccellenza del cicloturismo in Italia: ci sono punti di contatto con la Romagna sotto questo aspetto?
«Tantissimi. In Romagna anzi c’è la fortuna che climaticamente la stagione favorevole è più lunga e invoglia a pedalare. In Trentino anche, già a fine inverno c’è gente che pedala, ma soprattutto nella valle, sui passi c’è ancora la neve e chiaramente la maggior parte dei cicloturisti viene in Trentino per affrontare le salite del Giro d’Italia. Stiamo parlando di regioni dove la bicicletta ha una lunga tradizione, dove soprattutto si è lavorato per essa con la costruzione di una vasta rete di piste ciclabili: in Trentino parti dal capoluogo e arrivi fino al Brennero, sempre sulla ciclabile…».

Hai potuto apprezzare da vicino la logistica romagnola per chi ama le bici?
«In Romagna il cicloturismo ha radici antiche: ricordo ancora la Pasqua del Ciclista che si organizzava una trentina di anni fa e che richiamava nella Settimana Santa tantissimi appassionati a pedalare in compagnia, sfruttando l’inizio della bella stagione. Ho potuto apprezzare la forza dei Bike Hotel, l’importanza dell’affitto delle bici, ora un sistema diffuso dapperttutto anche con le bici elettriche che apprezzo sempre di più. D’altronde ho oltre 70 anni e alla mia età sono una benedizione…».

Torni spesso in Romagna?
«Chi opera nel mondo del ciclismo, a qualsiasi livello, non può stare lontano dalla Romagna e sono sicuro che, appena tutta questa tempesta passerà si tornerà molto più spesso. Io conto di esserci già per il Giro d’Italia, amo troppo quelle parti…».